lunedì 18 luglio 2011

Due valige




Sono per terra qui alle mie spalle una valigia rossa, grande e una nera, piccola.
Il libro magico è dentro una di queste, in quella nera per l'esattezza e così non ho la parola per il gioco ma non improvviso nulla, pubblico una lettera che ho scritto qualche giorno fa...

19 luglio 1992 - 19 luglio 2011

Caro Paolo,

dopo tanto parlarci eccomi qui a scriverti.

Ci ho provato tante volte ma non ci sono mai riuscita, oggi l’ennesima prova e qualcosa mi dice che il risultato sarà migliore, perché sento che c’è qualcosa di diverso in me, o forse è solo la lucidità della rabbia che coccola il dolore, a darmi questa forza.

Allora come stai? Come va? Spero che le ferite non facciano più male, e intendo quelle del corpo, perché quelle dell’Anima, bhe, quelle si fa una fatica enorme a contenerle e spero che in quei momenti, durante quel boato, tu e i ragazzi non abbiate avuto modo di avere paura. Spero sia stato così.

Quello è stato un brutto giorno, sì il giorno che ti hanno UCCISO, che vi hanno ucciso. Tornavo dal mare con un caldo assurdo e per le strade si mormorava di un altro attentato.

Abbiamo subito pensato e te e ci siamo affrettati ad entrare in casa per vedere se in tv dicevano qualcosa. Lanciate le borse sul pavimento, mentre ci posizionavamo tutte e quattro davanti allo schermo mamma ha preso il telecomando e papà, con aria triste, si è seduto al solito posto. Speravamo non fosse vero.

Abbiamo visto!

Avevo nove anni quando sei morto e mi lacera sempre tanto il pensiero di aver avuto solo nove anni perché, mi dico, se fossi stata più grande avrei potuto godere a pieno della tua vita, di quella di Giovanni.

Leggo, guardo filmati e il mio dolore è vivo, sempre.

Qui non è cambiato nulla, si continua a morire di Mafia, i magistrati sono sempre più soli, chi sa tace e chi non sa parla (si millantano persino Amicizie con voi, ma chi sa davvero cos’è l’Amicizia non PROSTITUISCE NULLA!). Forse una nuovacosa c’è ed è questa sensazione di appartenenza alla legalità, che è un regalo tutto vostro, che ci fa continuare senza sosta questa lotta alla MAFIA, TUTTA giorno dopo giorno.

Mio padre mi ha sempre detto: «Se il Mondo va avanti è perché i buoni sono sempre di più», e io gli rispondevo: «Sarà, ma i cattivi si organizzano meglio».

Ecco adesso io sento che ci stiamo unendo tutti per questo obiettivo comune. Sento che non si parla di “Sogno di legalità” ma appunto di obiettivo da raggiungere.

Questa storia, la tua storia con quella di Giovanni e dei ragazzi delle scorte è una storia privata, perché ognuno di noi ha perso qualcuno di importante. È una storia privata perché ha toccato le anime, ha toccato la mia Anima irrimediabilmente. Fate intimamente parte della mia vita come tutte le persone che hanno perso la propria vita per mano della sola Mafia, del solo Stato o della collaborazione tra Mafia e Stato. Fate intimamente parte della mia vita come tutte le persone che si battono affinché si faccia luce sulle stragi, come tutte le persone che rischiano la loro vita per cercare questa verità ai quali va il mio grazie e il mio sostegno oggi che non avrò rimpianti, perché godo della loro presenza, perché oggi ho ventotto anni e posso urlare, senza intermediari, che la Mafia è una montagna di merda!

In quell’abbraccio che solo ai corpi non è stato concesso

E con la stima infinita che sai

Grazie, Paolo, SEMPRE.


Assegnatemi pure l'etichetta della Legalità e della lotta alla mafia, questa non mi incasella, mi fa respirare!

"le vostre idee continueranno a camminare sulle nostre gambe"

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