lunedì 11 luglio 2011

Sono solo


Pagina 476

"Sono solo e non mi va di parlare con nessuno quindi allontanatevi perché io con voi non ci parlo. E allora? Dico, avete sentito? Non voglio parlare. Ho già detto tutto alla polizia e non ho intenzione di ripeterlo ancora una volta.
Sono solo, sono solo, sono solo."
Si dondolava su una sedia dopo aver lanciato qualsiasi cosa per aria; la stanza era una stanza da letto ma non la si riconosceva più esattamente come il suo corpo pieno di ferite.
Ada cercò di accarezzarlo ma impaurito si allontanò e continuò a ripetere instancabilmente
"solo, sono solo"
Quando arrivò il mattino la luce del sole lo fece svegliare, aprì lentamente gli occhi e quel caos gli fece ricordare che non era stato un incubo.
"Quando ti sveglierai anche tu" fermandosi in piedi a guardare il letto pieno di sangue, con voce rauca ma sottile "faremo una lunga passeggiata, adesso non posso perché sono solo, ma attendo che arrivi. Attendo che arrivi".
da "Storia di un incubo reale" Airoldo Fortuna








"e se quel riferimento alla pagina non ti dice nulla è solo perché hai perso le regole del gioco che trovi qui:http://noetichette.blogspot.com/2011/06/il-gioco-delle-parole.html BUON VIAGGIO!"monica

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