sabato 8 settembre 2012

Quell'orologio che parlava per lui

Era la sua casa, lo sapevo. Del resto era stato proprio lui a consegnarmi quelle chiavi. Potevo entrarci, finalmente.
A rompere quel silenzio assordante di una casa vuota ma piena di emozioni lasciate e vissute, il suono di una sveglia e guardando quell'enorme orologio da muro, appoggiato per terra e riflesso nello specchio frantumato da un'emozione incontenibile, segnava le 22:17.
Raccontava di lui, parlava per lui. Per quello che aveva deciso di fare esattamente in quel momento.
Le decisioni migliori sono quelle prese con il ticchettio che lascia un un sogno dentro da realizzare.

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